Dopo il Koral appena acquistato a Malta, Oronti ordina una newbuilding al cantiere olandese Damen per ringiovanire la flotta della compagnia genovese.
Genova - Dopo il recente arrivo del Koral (S2S n.41/2010), acquistato la scorsa estate dalla Big Shipping Limited di Malta per 520.000 euro (a cui si sono aggiunti altri 300.000 di lavori), Oromare prosegue nella strategia di crescita e attende un altro rimorchiatore, questa volta nuovo di ‘cantiere’. “Abbiamo ordinato l’unità lo scorso giugno a Damen Shipyard – spiega Michele Oronti, amministratore unico della società – con un investimento di circa 7 milioni di euro, finanziato da Banca Carige”.
Il rimorchiatore, la cui consegna è prevista nell’agosto 2011, sarà lungo 35 metri, per una potenza di 4.640 hp e un bollard pull di 63,5 tonnellate; batterà bandiera italiana e verrà messo in classe col RINA. “Il più datato dei tre mezzi da rimorchio che operiamo attualmente, il Sean Christopher, ha ormai passato i trent’anni. Era quindi giunto il momento di sostituirlo con una nuova unità tecnologicamente all’avanguardia”.
Gli impegni, per i rimorchiatori di Oromare, non mancano, nonostante gli effetti delle crisi non siano ancora del tutto svaniti: “La flessione si è manifestata soprattutto quest’anno. Il fatturato del 2010, secondo le nostre stime, sarà di circa 15 punti percentuali inferiore a quello del 2009, un calo complessivamente contenuto, viste le difficoltà ben maggiori riscontrate da altri protagonisti del settore marittimo”.
Tra le operazioni di rimorchio più significative portate a termine di recente c’è il traino della Seabourn Quest, attualmente in costruzione ai cantieri Mariotti (S2S n.32/2010): “Abbiamo trasportato lo scafo da Porto Nogaro fino a Genova, dove la nave del gruppo Carnival verrà completata. Per uscire dallo scalo friulano abbiamo dovuto transitare per 5 Km in un canale piuttosto stretto, e in quest’operazione siamo stati assistiti dai rimorchiatori locali, mentre per il resto del tragitto abbiamo operato in piena autonomia”.
Il rimorchio è oggi una della principali attività di Oromare - “che nei suoi cinquant’anni di storia si è trasformata da piccola società di persone in Spa” sottolinea Oronti con soddisfazione – ma non l’unica: “Gestiamo in concessione dall’authority alcuni servizi portuali e disponiamo di due battelli per il recupero dei rifiuti, di cui uno è in flotta con il consorzio CastaliAa Ecolmar.
Oggi due unità sono più che sufficienti, perché la normativa in materia di inquinamento è molto severa ed è ormai largamente diffusa un cultura della salvaguardia ambientale.
Trent’anni fa, quando siamo entrati in questo settore, la situazione era ben diversa: avevamo cinque battelli, ed erano sempre tutti al lavoro”.
Nelle scorse settimane è scaduta la convenzione tra Castalia e Ministero dell’Ambiente, dopo che una prima gara per il rinnovo della stessa era andata deserta (S2S n.38/2010).
Qual è attualmente la situazione? “Il contratto con il Governo è scaduto lo scorso 5 ottobre, lasciando di fatto le coste italiane ‘scoperte’ in caso di danni ambientali. Il Ministero ha quindi chiesto a Castalia, all’inizio di novembre, di prorogare il contratto scaduto in attesa delle pubblicazione di un nuovo bando. Gli armatori del consorzio hanno dato la loro disponibilità e a breve il servizio dovrebbe essere ripristinato”.
Tra le altre dotazioni della società, che ha sede a Ponte Doria e oggi impiega 40 persone, c’è anche il Mykonos, pontone da sollevamento con una capacità di 200 tonnellate. “E’ un mezzo ‘maturo’ – spiega Oronti – ma ancora molto utile. Lo usiamo quando dobbiamo scaricare da una nave carichi speciali di peso molto elevato.
La particolarità del Mykonos è che, essendo mobile, può andare a lavorare sul lato a mare dello scafo ormeggiato, evitando così di intralciare le ordinarie operazioni di banchina”.
Francesco Bottino